RITARDI
Capita che l'Agenzia Europea per l'ambiente predisponga una mappa europea degli inquinanti dell'aria.
La mappa "Air Quality Index" raccoglie i dati di oltre 2mila centraline, ogni tre ore si aggiorna e misura i diversi inquinanti dannosi per salute e ambiente: le micropolveri PM10 e PM2.5, Ozono, diossido di zolfo (SO2) e diossido di azoto (NO2).
La qualità dell'aria è classificata secondo questi parametri: Good, Fair, Moderate, Poor, Very poor, No data.
Capita che alcuni, pochi, Paesi europei risultino completamente "no data": le loro centraline sono assenti dai conteggi.
Tra questi, sulla mappa fa bella mostra di sé un Paese a forma di stivale; in compagnia, peraltro, di altri Stati che brillano notoriamente per sensibilità e tutela ambientale: Romania, Bulgaria e Grecia.
L'Istituto per la protezione ambientale di quel Paese stivale "spiega" così l'accaduto: "L'Italia possiede questi dati, ma è in ritardo nella realizzazione di un sistema unico di trasmissione all'Europa."
Capita che quella stessa Agenzia stimi che in Europa ogni anno si registrano oltre 500.000 morti premature a causa dell'inquinamento atmosferico, circa 20 volte il numero di vittime per incidenti stradali.
Capita che secondo il rapporto sulla qualità dell'aria realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Enea e Ferrovie, e presentato meno di due mesi fa, l'Italia è salda capolista nella nobile classifica europea dei morti per inquinamento dell'aria con oltre 90.000 morti premature: 1.500 decessi per milione di abitanti, rispetto ai 1.100 in Germania, agli 800 della Francia e della Gran Bretagna, e ai 600 della Spagna.
Cose che capitano nei Paesi "in ritardo".
E che capiteranno ancora.
Avv. Stefano Palmisano.